Orfeo Zanforlin Allenatore Calcio

.

giovedì 7 gennaio 2010

A TU PER TU CON ZANFORLIN

14 Dicembre 2009 - Da Sprint&Sport a cura di Fabio Cannatà



IL SELEZIONATORE Orfeo Zanforlin, a lui il compito di tenere vivi i colori di Milano


Il comandante


Il nuovo corso della Rappresentativa milanese di Allievi, subentrata a furor di popolo a quella Juniores, ha il volto esperto e lungimirante di Or­feo Zanforlin, tecnico dalla carriera quasi trentennale che ha abbracciato nel suo corso pratica­mente qualsiasi tipo di categoria, dalla Scuola Calcio all'Eccellenza.
«Mi piace calarmi in situazionisempre nuove e stimolanti. Ci sarà da lavorare, ma cercheremo
dì costruire una grande Rappresentativa»

«Mi piace calarmi in realtà diverse nelle quali trovare nuovi stimoli e motiva­zioni. L'occasione di allenare la Rappresentativa di Allievi, categoria che ritengo più consona per un discorso discorso del genere, è nata quasi per caso, grazie all'ottimo rapporto che ho con il massag­giatore Sindoni e alla ventata di novità arrivata con Dubini nel ruolo di Delegato e Maggioni in quello diresponsabile delle rappresentative. Ho accettato subito con grande entusiasmo, incuriosi­to dall'esperienza certamente particolare che mi aspetta».

E dopo le prime dome­niche passate sui campi a osservare in azione i '93, Zanforlin ha iniziato a farsi un'idea del tipo il la­voro che lo attende, e delle peculiarità di un uni­verso calcistico, quello provinciale, da interpretare nella maniera corretta: «Spero di non essere frain­teso, lungi da me muovere critiche a un collega, ma parlando puramente da osservatore ho notato che in queste categorie c'è una tendenza a utilizza­re soluzioni tattiche piuttosto audaci, che talvolta non si adattano bene alle caratteristiche dei gioca­tori. Mi è parso di vedere in alcune fasi, soprattut­to in quella difensiva, dei grossi squilibri come ad esempio un centrocampo di due soli uomini che si trova costretto a fronteggiarne quattro. Mia perso­nale convinzione è che in queste categorie la ma­no di un allenatore si veda in maniera eloquente, soprattutto in determinati momenti di gioco, o più semplicemente dalla posizione che i giocatori as­sumono nei confronti della palla.
Interrogato su quali saranno metodi di scelta e programmi di avvicinamento all'importante Torneo delle Province, il nuovo tec­nico spende innanzitutto parole di elogio per lo staff che sta lavorando in sinergia, condividendo informazioni a trecentosessanta gradi. Poi, sullo specifico discorso delle selezioni aggiunge: «Gli attaccanti, com'è ovvio, si presentano un po' da soli, con i gol e le voci che iniziano subito a girare. Bisogna tuttavia prestare attenzione e non fermar­si soltanto alle giocate, bensì valutare i giocatori per i movimenti che fanno senza palla, pensando già alla posizione che potrebbero andare a occu­pare. In avanti, comunque, una prima scrematura c'è già, e al 70% non si sbaglia. Certamente più de­licata la scelta sui difensori, o in quei ruoli più par­ticolari come ad esempio i giocatori di fascia.

«In primo luogo fare un otti­mo lavoro insieme ai colleghi Tomanin, Sindoni, Bressanelli e Ginocchi. L'auspicio è quello di riu­scire durante i raduni (il primo si terrà nella secon­da parte di gennaio -ndr-) a trovare i giocatori più adatti alla causa. Organizzare il percorso con qua­lità e professionalità significa scegliere i giocatori cercando poi di averli a disposizione nel momen­to migliore della stagione. Personalmente sono portato a visionarli più volte, non mi limito a una singola osservazione che può rivelarsi fuorviante. C'è da lavorare, ma comincio già ad avere un'idea di che cosa vogliamo costruire. Nei primi tre radu­ni cercheremo di visionare il maggior numero di ragazzi possibile. Non saranno selezioni né esami, quanto un modo per approcciarli al mondo delle rappresentative, il quarto raduno, invece, sarà quello determinante, allora sì che inizieremo dav­vero a creare un'identità precisa della squadra».


Nessun commento:

Posta un commento