IL SELEZIONATORE Orfeo Zanforlin, a lui il compito di tenere vivi i colori di Milano
Il comandante
Il nuovo corso della Rappresentativa milanese di Allievi, subentrata a furor di popolo a quella Juniores, ha il volto esperto e lungimirante di Orfeo Zanforlin, tecnico dalla carriera quasi trentennale che ha abbracciato nel suo corso praticamente qualsiasi tipo di categoria, dalla Scuola Calcio all'Eccellenza.
«Mi piace calarmi in situazionisempre nuove e stimolanti. Ci sarà da lavorare, ma cercheremo
dì costruire una grande Rappresentativa»
«Mi piace calarmi in situazionisempre nuove e stimolanti. Ci sarà da lavorare, ma cercheremo
dì costruire una grande Rappresentativa»
«Mi piace calarmi in realtà diverse nelle quali trovare nuovi stimoli e motivazioni. L'occasione di allenare la Rappresentativa di Allievi, categoria che ritengo più consona per un discorso discorso del genere, è nata quasi per caso, grazie all'ottimo rapporto che ho con il massaggiatore Sindoni e alla ventata di novità arrivata con Dubini nel ruolo di Delegato e Maggioni in quello diresponsabile delle rappresentative. Ho accettato subito con grande entusiasmo, incuriosito dall'esperienza certamente particolare che mi aspetta».
E dopo le prime domeniche passate sui campi a osservare in azione i '93, Zanforlin ha iniziato a farsi un'idea del tipo il lavoro che lo attende, e delle peculiarità di un universo calcistico, quello provinciale, da interpretare nella maniera corretta: «Spero di non essere frainteso, lungi da me muovere critiche a un collega, ma parlando puramente da osservatore ho notato che in queste categorie c'è una tendenza a utilizzare soluzioni tattiche piuttosto audaci, che talvolta non si adattano bene alle caratteristiche dei giocatori. Mi è parso di vedere in alcune fasi, soprattutto in quella difensiva, dei grossi squilibri come ad esempio un centrocampo di due soli uomini che si trova costretto a fronteggiarne quattro. Mia personale convinzione è che in queste categorie la mano di un allenatore si veda in maniera eloquente, soprattutto in determinati momenti di gioco, o più semplicemente dalla posizione che i giocatori assumono nei confronti della palla.
Interrogato su quali saranno metodi di scelta e programmi di avvicinamento all'importante Torneo delle Province, il nuovo tecnico spende innanzitutto parole di elogio per lo staff che sta lavorando in sinergia, condividendo informazioni a trecentosessanta gradi. Poi, sullo specifico discorso delle selezioni aggiunge: «Gli attaccanti, com'è ovvio, si presentano un po' da soli, con i gol e le voci che iniziano subito a girare. Bisogna tuttavia prestare attenzione e non fermarsi soltanto alle giocate, bensì valutare i giocatori per i movimenti che fanno senza palla, pensando già alla posizione che potrebbero andare a occupare. In avanti, comunque, una prima scrematura c'è già, e al 70% non si sbaglia. Certamente più delicata la scelta sui difensori, o in quei ruoli più particolari come ad esempio i giocatori di fascia.
Interrogato su quali saranno metodi di scelta e programmi di avvicinamento all'importante Torneo delle Province, il nuovo tecnico spende innanzitutto parole di elogio per lo staff che sta lavorando in sinergia, condividendo informazioni a trecentosessanta gradi. Poi, sullo specifico discorso delle selezioni aggiunge: «Gli attaccanti, com'è ovvio, si presentano un po' da soli, con i gol e le voci che iniziano subito a girare. Bisogna tuttavia prestare attenzione e non fermarsi soltanto alle giocate, bensì valutare i giocatori per i movimenti che fanno senza palla, pensando già alla posizione che potrebbero andare a occupare. In avanti, comunque, una prima scrematura c'è già, e al 70% non si sbaglia. Certamente più delicata la scelta sui difensori, o in quei ruoli più particolari come ad esempio i giocatori di fascia.
«In primo luogo fare un ottimo lavoro insieme ai colleghi Tomanin, Sindoni, Bressanelli e Ginocchi. L'auspicio è quello di riuscire durante i raduni (il primo si terrà nella seconda parte di gennaio -ndr-) a trovare i giocatori più adatti alla causa. Organizzare il percorso con qualità e professionalità significa scegliere i giocatori cercando poi di averli a disposizione nel momento migliore della stagione. Personalmente sono portato a visionarli più volte, non mi limito a una singola osservazione che può rivelarsi fuorviante. C'è da lavorare, ma comincio già ad avere un'idea di che cosa vogliamo costruire. Nei primi tre raduni cercheremo di visionare il maggior numero di ragazzi possibile. Non saranno selezioni né esami, quanto un modo per approcciarli al mondo delle rappresentative, il quarto raduno, invece, sarà quello determinante, allora sì che inizieremo davvero a creare un'identità precisa della squadra».
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