Orfeo Zanforlin Allenatore Calcio

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mercoledì 6 gennaio 2010

L’ALLENATORE: “ Il Profilo essenziale dell’allenatore“


Il mercoledì del mister


L’argomento di oggi è molto delicato e complesso, cercheremo in ogni modo di evidenziare le caratteristiche essenziali del bravo allenatore. L’allenatore deve avere una grossa professionalità e competenza, è un istruttore, un educatore e un leader. La passione non basta sia per allenare giocatori adulti e maturi, sia per allenare giovani calciatori, è un personaggio pubblico e ha delle responsabilità. Deve aggiornarsi continuamente, non deve porre limiti alle conoscenze e a confrontarsi sui temi. L’allenatore bravo deve essere un buon comunicatore, deve saper relazionare, capire e rispettare i giocatori e nello stesso tempo deve avere il rispetto di tutti. La conoscenza psicologica dei propri giocatori è fondamentale, deve sapersi informare.
Esistono tre stili dell’allenatore:

Autoritario prende solo lui le decisioni senza confrontarsi con nessuno dello staff
Permissivo concede moltissimo ai giocatori, è accomodante
Diplomatico spiega i comportamenti, conforta e premia i giocatori

Non esiste lo stile giusto, quello vincente, esprime semplicemente la personalità e il carattere dell’allenatore che in alcuni ambienti porta ad ottenere ottimi risultati che in altri non otterrebbe. L’allenatore deve avere personalità e carisma ma non deve essere il protagonista, lo è invece il giocatore. Non deve mai toccare la persona del giocatore ma deve giudicare ciò che lo riguarda nel calcio. Deve saper gestire il singolo e il gruppo, deve trasmettere equilibrio, sicurezza e tranquillità. Un bravo allenatore ci deve mettere sempre lo stesso impegno, anche per seguire e gestire le riserve, questi devono sentirsi della squadra a tutti gli effetti, vanno gratificati, non si dimentica il loro impegno. L’allenatore deve sempre concentrarsi sui tre principi del calcio, tattico, fisico e tecnico. Non deve essere un superficiale, deve programmare sempre e rendere consapevoli di ciò che si sta facendo, proporre esercitazioni sempre diverse con la stessa finalità o per scopi diversi, considerare le condizioni ambientali, climatiche e psicologiche. Le esercitazioni devono proporre sempre situazioni di gara. Durante l’allenamento ferma il gioco per spiegare l’errore intervenendo anche sul singolo.

Deve essere capace di sostenere le pressioni esterne e interne, (genitori, stampa, la società, il presidente, il d.s.), deve essere coerente e non un venditore di fumo, non può fare promesse che sa benissimo che non potrà mantenere, deve trasmettere fiducia. Deve conoscere il gruppo squadra, individuare i leader positivi e negativi, con loro interagire per costruire una squadra moralmente forte, deve scegliere il capitano.

L’allenatore deve essere un CAPO che ha radicate in sé quelle che sono le doti di un grande capo

CORAGGIO
TENACIA
FERMEZZA
EQUILIBRIO
COERENZA
SICUREZZA
ONESTA’
PERSONALITA’
PAZIENZA

Non deve mai chiudersi in se stesso, deve dimostrarsi disponibile al dialogo sia individuale che collettivo e far capire che è inequivocabilmente lui il capo, soprattutto a chi gioca. L’essenziale non è comandare ma ottenere, questo comandando il meno possibile. E’ un errore stabilire come modello esclusivo un suo vecchio maestro, anche le proprie esperienze di calciatore non devono essere un riferimento, certamente e sicuramente si dimostreranno utili .

Il nemico dell’allenatore è l’incertezza (non avere mai paura dell’esonero, deve essere coerente), deve saper valutare le proposte delle società e conoscerne i programmi.


Non lo dimenticare

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